i-nu-si-tà-to = Insolito, raro
dal latino: inusitatus, composto da in(non) e usitatus (participio passato di usitari usare spesso, frequentativo di uti usare).
È una parola fine, in cui l’aggettivo “usato” vive col bel significato di “consueto”, nelle vesti gentili di una forma frequentativa (“usitato”) che ravviva il senso della ripetizione, della consuetudine – e ribaltato in principio dalla negazione.
L’inusitato è il raro, l’insolito, ciò che usualmente non succede, non si fa, non si vede: si potrà riscoprire la bellezza di un quadro celebre grazie ad una descrizione inusitata; la sagra porterà nel paese sonnacchioso un bailamme inusitato; si potrà restare folgorati da una ragazza o un ragazzo di inusitata bellezza: l’inusitato è una delle forme della meraviglia.