rampante agg. e s. m. [part. pres. di rampare] derivato di rampa, che è dall’ipotetica voce germanica (h)rampa ‘contrazione’
Il termine di base è ‘rampa’, che propriamente significa ‘zampa’, di origine germanica. Nel rampare, e soprattutto nel rampante, questo elemento ferino è colto in un moto di ascesa (presente anche nella rampa e nell’arrampicarsi). Basti pensare ai leoni e agli altri animali rampanti che popolano gli stemmi araldici, tutti maestosamente e aggressivamente dritti su una zampa, con le altre sguainate.
1. agg. a. Che si arrampica, in atto di arrampicarsi con le zampe, riferito ad animali e alle zampe stesse: uno cimiero d’un mezzo orso con le zampe rilevate e rampanti (Sacchetti); in partic., in araldica, attributo di animali raffigurati di profilo ritti sulla zampa posteriore sinistra (o destra se rivolti), le altre tre alzate quasi in atto di arrampicarsi: è la posizione naturale del leone e del grifo e non si blasona, ma si blasona per il cane, il cinghiale, la pantera, la volpe, ecc. In senso fig., riferito a persona ambiziosa, decisa ad affermarsi e a fare carriera: un giovane dirigente, un politico r.; usato assol., come sost.: è un r. (o una r.) capace ma senza scrupoli. b. Nelle costruzioni, arco r. (o arco a collo d’oca), arco con le imposte ad altezza diversa (v. arco).
2. s. m. a. Lo stesso che rampa di una scala, cioè il tratto di gradini compreso fra due ripiani: il secondo r. delle scale era illuminato da una finestra alta (Deledda). b. Nello sci-alpinismo, ciascuna delle lame metalliche dentate (dette anche coltelli) che si applicano ai lati degli sci, in corrispondenza dell’attacco; si usano in salita e assicurano una presa costante su neve ghiacciata o crostosa.