a-cèr-ri-mo
SIGN.
Fieramente ostile, accanito, implacabile; superlativo di ‘acre’
voce dotta recuperata dal latino acerrimus, superlativo di acer ‘acre’.
Succede, talvolta, che la coppia affiatata di aggettivi di grado positivo e superlativo scoppi, e che il vecchio superlativo, libero dalle antiche rigidità di vette estreme, si reinventi come aggettivo di grado positivo. È il caso dell’acerrimo.
‘Acerrimo’, nonostante sui dizionari non manchino dichiarazioni di segno contrario, non vive come superlativo di ‘acre’. Oggi non si parla di un odore acerrimo, di un gusto acerrimo. Certo, è stato recuperato dal superlativo latino di acer, ma ha in larga parte mancato al significato che avrebbe dovuto avere. Infatti la qualità dell’acerrimo viene cucita (quasi) solo ed esclusivamente sul ‘nemico’. Il proverbiale acerrimo nemico.
Ci si arriva perché l’acre non è solo il pungente (fumo acre di frasche verdi), ma col suo disagio sferzante ci rappresenta anche una sfumatura di ostilità: una risposta o una risata acre hanno una componente di malevolenza. Perciò il nemico acerrimo ce lo figuriamo come fieramente ostile, accanito fino all’ossessione. Quindi si può dire che ‘acerrimo’ è solo un superlativo parziale di ‘acre’, visto che ne copre solo uno specialissimo esito. Ma tanto sottile è il rametto che dall’acre conduce all’acerrimo (come dicevamo all’inizio) da rendere, se non formalmente corretto, più che comprensibile il parlare de il più acerrimo nemico senza che suoni sbagliato quanto un il più ostilissimo nemico. Il grado superlativo si mette qui gli abiti più comodi di un grado positivo.
In questi giorni ci concediamo quelle pennichelle che di solito esiliamo quali nemiche acerrime dell’industriosità, nel film dalla trama non freschissima l’eroe finisce per diventare amico del suo più acerrimo nemico, e l’imbonitore ci vuole vendere l’integratore a base di una bacca della foresta misteriosa che scienziati americani hanno dichiarato nemica acerrima numero uno dei radicali liberi.
E diciamola tutta, quella mordacità dell’acre, un po’ meschina, nell’acerrimo piglia anche un profilo quasi cavalleresco. Ogni paladino ha i suoi nemici giurati, acerrimi, che volentieri sono onorevoli quanto lui.
(Da “una parola al giorno”)