ABBARBICARE

[ab-bar-bi-cà-re] v. (abbàrbico, abbàrbichi ecc.)

v.intr. (aus. avere) [sogg-v-prep.arg] Detto di piante, emettere radici o barbe atte ad attaccarsi a sostegni SIN attecchire: l’edera abbarbica al muro.

abbarbicarsi

Attaccarsi con tenacia a un appiglio SIN avvinghiarsi: a. a uno spuntone roccioso; in senso fig., stabilirsi in un luogo

Detto di piante, aderire a una superficie: le agavi si abbarbicano alle rocce.

L’immagine del mettere salde radici ha ovviamente invitato degli usi figurati, per cui in genere l’abbarbicarsi diventa l’attaccarsi, l’avvinghiarsi a qualcuno o a qualcosa, e anche lo stabilirsi in un luogo. La festa impazza, ma la bambina timida se ne sta abbarbicata al babbo; la sera mi abbarbico al divano e nemmeno un telecomando troppo lontano mi schioda – c’è una televendita? va benissimo; il vecchio professore rimane abbarbicato a concezioni superate; e mi abbarbico al paesello in campagna con sovrano sprezzo del cielo aranciato della città.

Una parola che a partire dall’umile radice, diretta a stringere, ci permette dei significati profondi e intensi, e volentieri giocosi.

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