im·be·cìl·le/
aggettivo e sostantivo maschile e femminile
Persona di limitata capacità di discernimento e di buon senso o dal comportamento stolido; anche riferito a cosa.
Naturalmente menomato nelle facoltà mentali e psichiche; in psicologia, affetto da imbecillità.
Sinonimi – Stupido, sciocco
dal latino: imbecillis, composto da in senza baculum bastone.
Originariamente significava debole, fiacco, malfermo: chi è senza bastone (avendone invece bisogno) appare fragile, impotente, senza forze.
Così è l’intelligenza, il buon senso o il giudizio dell’imbecille. Non sta sulle sue gambe, impotente.
Si veda che quindi questa parola, seppur di dispregio, esprime un dispregio meno gratuito di quanto normalmente sembri quando si grida clacsonando per una precedenza rubata. L’imbecille ha un suo perché, e nei discorsi più raffinati (magari con persone aperte ai significati etimologici) si può anche ardire d’usare questa parola nel senso proprio di debolezza – riuscendone a salvare la splendida immagine: così potrebbe essere imbecille un’opinione campata in aria, un’argomentazione illogica, un atteggiamento fiacco.
E oltretutto, col senno di poi, diventa una delle ingiurie più eleganti e puntuali che si possano scagliare.