MISTERO

mi-stè-ro

SIGNFatto, aspetto, fenomeno che non può essere spiegato chiaramente o che non si può penetrare, o che è tenuto nascosto; nella teologia cristiana, verità di fede rivelata inconoscibile con i mezzi dell’intelligenza; nell’antichità greco-romana, culto esoterico

attraverso il latino mystèrium, dal greco mystérion, derivato di mýstes ‘iniziato’; da collegare al verbo mýein ‘chiudere, serrare’.

‘Mistero’ è un termine domestico, facile, da prima pagina di rivista, eppure è nato con una vcaratura religiosa delle più esoteriche.Il racconto del termine inizia coi culti iniziatici greci, romani, mediorientali: il mistero era il rito per iniziati, il mistero era il culto – ricordiamo i misteri eleusini, i misteri orifici, i misteri dionisiaci, adorazioni e celebrazioni ancora avvolte da un’affascinante aura di mistero (!). Questo loro nome (si usa di solito al plurale) ci parla sì di un culto iniziatico, ma dipende etimologicamente dall’immagine di un chiudere, un serrare. Si può ricostruire semplicemente che il mistero è inaccessibile ai profani, ma c’è chi ipotizza che il senso di questa dipendenza sia da spingere oltre, verso i gesti umani compiuti davanti dal mistero – come un serrare le labbra per non svelare il segreto conosciuto. Questo ci dà una dimensione piuttosto interessante del mistero.

Il mistero va circoscritto: non tutto ciò che non si sa può essere chiamato ‘mistero’. Il mistero deve avere un carattere incomprensibile, inafferrabile, impenetrabile: o se ne ha la chiave, la cifra, lo speciale strumento d’interpretazione, oppure spiegarlo chiaramente è impossibile. Non è una nozione che non ho studiato ma che posso intendere al volo, non è una ricetta custodita gelosamente che posso carpire con una sbirciata: il mistero deve implicare una barriera posta agli sforzi dell’intelligenza E spesso nel mistero possiamo anche percepire uno sforzo umano, se non una determinazione soprannaturale, nel tenerlo segreto. Così i misteri della teologia cristiana sono descritti come verità a cui si può approdare solo con la fede, il tale assassinio resta un mistero insondabile, e ci interroghiamo su quale sia la vera opinione che l’altro si è fatto nel mistero riposto della sua mente.

Insomma, nel diario possiamo trovare scritti i segreti di una persona, non i misteri del suo cuore – quelli non si squadernano, quelli forse non hanno chiave. Davanti al mistero non ci sono altri passi da fare, non c’è altro da vedere. Secondo certe ricostruzioni etimologiche, il ‘chiudere’ del mistero potrebbe essere riferito non al serrare le labbra, ma al chiudere gli occhi.

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